Ecco perché non dovremmo fidarci delle AI

Che cos’è un AI?

L'intelligenza artificiale (IA) è una tecnologia che ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, diventando sempre più presente nella nostra vita quotidiana. Ma cosa significa realmente l'IA? In termini semplici, l'IA è una serie di algoritmi che consentono alle macchine di apprendere, di pensare e di agire come esseri umani. Ciò significa che le macchine possono prendere decisioni in modo autonomo, migliorare le proprie prestazioni e adattarsi a nuove situazioni. L'IA ha radici lontane. Uno dei primi esempi di IA fu il “Teoria degli automi” proposta da John von Neumann nel 1945, che credeva che le macchine avrebbero potuto simulare il comportamento umano. L'IA è cresciuta negli anni '50 e '60, grazie alle ricerche di informatici come John McCarthy e Marvin Minsky. L'IA moderna si basa su tecniche di apprendimento automatico, in cui i computer analizzano enormi quantità di dati per identificare schemi e relazioni. OpenAI è una delle aziende leader nel campo dell'IA. Fondata nel 2015 da Elon Musk e altri imprenditori, OpenAI ha come obiettivo di sviluppare l'IA in modo responsabile e sicuro. OpenAI ha creato numerosi progetti innovativi, come GPT-3, un sistema di elaborazione del linguaggio naturale che può generare testo di alta qualità. Inoltre, OpenAI ha recentemente sviluppato DALL-E 2, un sistema che utilizza l'IA per generare immagini a partire da descrizioni testuali. Chat GPT è un sistema di elaborazione del linguaggio naturale creato da OpenAI, che utilizza una rete neurale artificiale per generare testo di alta qualità in risposta a domande e richieste. Tuttavia, l'IA ha anche una serie di svantaggi e rischi. L'IA potrebbe sostituire molte professioni e posti di lavoro, creando disoccupazione e una maggiore disuguaglianza. Inoltre, l'IA potrebbe essere utilizzata in modo malintenzionato, come nel caso della manipolazione delle elezioni o della creazione di disinformazione. Come ha detto il famoso fisico Stephen Hawking, “il successo dell'IA potrebbe essere l'evento più grande della storia della civiltà. Purtroppo, potrebbe anche essere l'ultimo, a meno che sappiamo come evitare i rischi”. È importante che gli sviluppatori di IA considerino i rischi potenziali e sviluppino la tecnologia in modo responsabile e sicuro.

L’AI: un rischio ancora in beta.

Sarà utile per i lettori sapere che ciò che avete appena letto, e forse quello che state tutt’ora leggendo, è opera di un programma, un semplicissimo bot, capace di soddisfare qualsiasi richiesta dell’utente, Chat GPT, che, con un egocentrismo non del tutto artificiale, si è tanto elogiato nella prima parte di questo articolo. E questo è solo un assaggio di quello che in realtà è possibile fare con programmi accessibili gratuitamente. Programmi del genere terrorizzano il sistema scolastico mondiale: basta uno smartphone per rispondere a qualsiasi quesito di un professore in un compito in classe. É dunque la morte della scuola? Le AI ci renderanno degli inutili sacchi di carne deformi? Assolutamente no, o meglio, prima che accada ciò passeranno così tanti anni che la più giovane delle nostre generazioni sarà un vaghissimo ricordo. Infatti, nessuna intelligenza artificiale è capace di sviluppare pensieri propri su quello che le viene richiesto: tutto quello che può sembrare minimamente morale è il risultato di un lunghissimo procedimento, frutto di una lunghissima concatenazione di informazioni prese dalle fonti del programma. Inoltre, ci sono ancora numerosissime falle nel linguaggio, evidenti nella parte prima scritta da OpenAI . Il lavoro della scuola dunque non sarà inutile, ma più difficile: ci dovrà essere un impegno costante nel creare prove che puntano maggiormente allo sviluppo di un pensiero critico di fronte agli argomenti studiati, almeno per quanto riguarda le materie più umanistiche, oppure quesiti che puntano alla logica, per le materie più scientifiche. E non vedo come questi cambiamenti possano nuocere al sistema scolastico. Dunque le intelligenze artificiali sono senza dubbio una svolta per l’uomo. Certo ci sono ovviamente dei rischi, legati, però, all’utilizzo che può farne l’uomo, che rimane a prescindere la macchina più potente della terra. “Il nostro cervello è l'oggetto più complesso dell'Universo, eppure utilizza solo 20 watt di potenza. Ci vorrebbero una centrale nucleare ed un computer grande quanto un isolato per imitarlo” -Michio Kaku

di (forse) Matteo Fornasaro

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