Tove Ditlevsen, Infanzia

Da poco è disponibile nelle librerie italiane la cosiddetta ‘trilogia di Copenaghen’, la cui prima pubblicazione risale al 1967, in Danimarca.

Il romanzo a cui mi sono dedicata, Infanzia, è l’autobiografia del primo periodo di vita dell’autrice, Tove Ditlevsen, una dei più memorabili esponenti della letteratura contemporanea danese. Figlia di un padre operaio e di una madre dal carattere poco temperato, Tove cresce, dopo la Grande Guerra, in un ambiente che non soddisfa le sue necessità; il suo amore per la poesia viene compromesso dal pregiudizio per il quale la donna non può essere una scrittrice, mentre la sua natura singolare la fa sentire fuori posto fra le bimbe del quartiere, propense ad arrendersi ad una vita comune. Il suo è un personaggio sensibile; ciò che appare insignificante, come, spesso menzionata nel romanzo, la musica da chiesa, per lei è fonte di pianto, dovuto a un forte sentimento di gioia. Per tale motivo, però, Tove sarà etichettata continuamente come ‘stupida’ dalla sua stessa famiglia, oltre che dalle compagne di scuola. Quindi qual è la risposta alla felicità, per una bambina cresciuta in una società non conforme alla sua persona? A questa domanda, credo che l’autrice risponda che bisogna affidarsi al tempo: sperare che il dolore si attenui in età adulta. Questa è un’idea che ritengo essere illusoria, costruita in maniera tale da farci credere sia una realtà ordinaria. Nonostante il contenuto, personalmente lacerante, la scrittura ha la capacità di trasmettere eleganza e riservatezza, ma, soprattutto, le sue parole, nel giro di sole centoventitré pagine, paiono pioviggine su folti capelli: piacevole e non ponderosa.

Questo libro sarà presto considerato di grande importanza, più di quanto in realtà già non lo sia adesso, proprio in quanto io lo ritengo un libro che, come citò un volta Alessandro D’Avenia in un articolo del Corriere Della Sera, riguardo all'importanza dei classici, batterà la sfida del tempo. Consiglio caldamente la lettura e sono sicura che dopo il primo volume arderete, proprio come me, dal desiderio di iniziare il capitolo successivo, Gioventù.

di Hiranur Yalci

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