Università: la scelta decisiva nel percorso liceale

Come ben sappiamo, mercoledì 14 dicembre, dell’anno giunto al termine, vi è stata l’ultima assemblea del 2022, il cui programma si è basato sull’orientamento universitario (tema di primaria importanza per gli studenti del triennio, in particolar modo quelli che stanno frequentando l’ultimo anno del nostro liceo).

Lo stress che provoca una decisione di tale calibro, sommata all’ansia per l’esame di stato, portano uno studente medio a rischiare di fare scelte sbagliate per via di una mente confusa. È importante, se non fondamentale, riuscire a schiarire le proprie idee attraverso la risposta ai giusti quesiti: questo corso aderisce ai miei piaceri? Riuscirei a sopportare la mole di studio? È questo ciò a cui voglio dedicarmi alla fine del mio percorso universitario? Attraverso l’intervento della dottoressa Crebelli, esperta in orientamento studentesco e co-founder dell’iniziativa ‘Svolta’, sito in cui è possibile rivolgersi a un team di professionisti, esperti nella decisione delle scelte di vita future (legate sia all’ambito del lavoro che a quello degli studi), è stato possibile allentare i propri dubbi in merito a questo ampio tema. Partendo con la consapevolezza che ormai le facoltà accessibili sono davvero numerose, è difficile sapere con certezza ciò che potrebbe appassionarci per tre, o talvolta, cinque anni.

La scelta va dunque fatta seguendo, innanzitutto, i criteri del proprio piacere; selezionare le materie che più ci hanno interessato durante il nostro iter scolastico, ma anche essere realisti e concepire quanto impegno ci impieghiamo, e se questo è chiaramente ricambiato con delle buone valutazioni. Ciò non significa che se la nostra media in una disciplina è alta e quella nella nostra materia preferita è medio-bassa, allora dobbiamo sentirci costretti a scegliere ciò in cui spicchiamo (secondo le valutazioni scolastiche). Il concetto va inteso nella chiave per la quale, se una materia ci piace, dobbiamo impegnarci ancora di più e, se vogliamo dedicarci tempo e costanza, questa va presa sul serio. Dopodiché, se decidiamo di proseguire gli studi in una specifica facoltà, servirebbe informarsi riguardo al settore in cui è possibile ambientarsi una volta finita questa; essere, di conseguenza, lungimiranti. D’altronde, va sì considerata l’affermazione “chi fa il lavoro dei suoi sogni, si sveglia sempre di buon umore”, ma d’altra parte, prendendola con le pinze, viviamo in un mondo dove fare ciò che piace non porta sempre il pane a tavola. È necessario, allora, allineare le proprie passioni alla ragionevolezza. Informarsi esaustivamente sull’argomento del lavoro, a cui è possibile accedere mediante una specifica laurea, è la soluzione al dubbio sopraccitato.

L’assemblea ha previsto anche un confronto con gli ex studenti del nostro istituto, che hanno offerto il loro tempo per testimoniare la loro esperienza e dare i dovuti consigli. Gli universitari si sono mostrati entusiasti di presentarsi al comitato studentesco e aiutare nella fatidica scelta, attorno al quale si è girato l’intero svolgimento dell’assemblea.

Dimostrare di avere più affinità con chi ascolta, ossia colui che deve ancora prendere posto nell’ambito universitario, si dimostra essere molto più importante di quanto si possa immaginare. Per quanto gli insegnanti possano essere disponibili nell’aiutare i propri alunni, i neo adulti hanno un briciolo di pensiero più accomunante ai giovani di quanto possano avere coloro che questa fase l’hanno già superata ormai da tempo.

Assemblea con gli ex studenti

Ma vediamo meglio cosa abbiamo avuto la possibilità di sapere, attraverso le domande poste durante le interviste agli ex studenti.

I nostri ospiti sono: Daniele Virginio e Tommaso Zorzin, provenienti dall’Economico sociale; Simone Aretich, Filippo Zivoli e Maria Chiara Brenna, dal liceo Classico.

“Da un punto di vista soggettivo, come vi siete trovati in questa scuola?”

Maria Chiara: “La cosa bella del Dante è che sia una scuola piccola. Ora il Carducci-Dante è diventato molto più spazioso, io non ho vissuto l’esperienza dell’istituto complessivo. I miei ricordi più belli, quindi, sono legati alla dimensione familiare della scuola”

“È un’esperienza diversa da quella che potevano aver avuto gli altri ragazzi, essendo stata solo con il Dante, separata dal Carducci?”

Daniele, Tommaso e Filippo: “Pensiamo che, malgrado le differenze fra le due scuole, quest’ultime rappresentino un’unica realtà.”

“Il liceo finisce e dovete scegliere l’Università. Secondo quale criterio l’avete scelta?”

Simone: “Diciamo che ho dovuto valutare le possibilità di lavoro successive e le passioni. Io son stato fortunato sotto questo punto di vista, perché la fisica, che è la mia passione, offre molti sbocchi lavorativi, perciò ho avuto la scelta facile.”

“Quanto ha influito l’indirizzo che hai frequentato sulla tua scelta successiva?”

Simone: “Ad avermi trasmesso la passione per la fisica è stato il mio singolo professore, più che l’indirizzo Classico in sé per sé.” Daniele: “Penso che l’Istituto mi abbia reso tranquillo sulla mia scelta: avendo fatto l’economico sociale, ho provato un po’ di tutto, perciò uscendo da qua sapevo un po’ cosa mi piacesse e cosa, invece, no.” Tommaso: “Prima di iscrivermi alla mia attuale facoltà di Scienze Naturali, ne avevo frequentate altre due. Durante gli anni del liceo Scienze come materia è stata trattata in maniera molto marginale e poco approfondita, per questo è possibile che io non mi sia reso conto fin da subito che mi piacesse.”

“Quali sono state le differenze fra il tuo metodo di studio liceale e universitario?”

Simone: “Non ho riscontrato una netta differenza tanto a livello di metodo di studio, ma quanto più di stato d’animo. Ora, all’Università, sono molto più tranquillo.”

“L’offerta lavorativa ha influito sulla vostra scelta?”

Tutti: “Sì” Maria Chiara: “Relativamente, penso avrei scelto Medicina anche se trovare lavoro attraverso quest’ultima fosse difficile”

“Come vi è sembrata quest’assemblea? Vi è piaciuto tornare a scuola?”

Annalisa: “Tornare a scuola è stata un’emozione molto forte, così come rivedere l’assemblea di nuovo in presenza dopo diversi anni in cui è stata a distanza.” Luca, Giulio e Ilaria: “Tornare a scuola è stato davvero bello, e anche rivedere alcuni professori che non ci si aspettava di incontrare. Ci è piaciuto, inoltre, vedere come le persone in assemblea partecipassero attivamente con domande, cosa non scontata.”

“Credete di essere riusciti ad aiutare gli studenti a sistemare un po’ le loro idee? Vi ricordate quando dovevate scegliere voi?”

Annalisa: “Io ho fatto il liceo Classico e ora studio Lettere antiche, per cui un percorso abbastanza continuato, ma fino all’ultimo sono stata indecisa con materie anche molto diverse, scientifiche. Penso che parlare con un coetaneo sarebbe stato d’aiuto, per cui sono felice di aver potuto dare quest’opportunità a qualcuno.” Luca: “Vengo dal liceo Classico e ora studio Giurisprudenza. Oggi penso di aver scardinato alcuni stereotipi riguardo la mia facoltà, ad esempio lo studio mnemonico delle norme.” Giulio: “Per quanto mi riguarda, spero di aver trasmesso l’idea che provenire da un indirizzo piuttosto che da un altro, non sia preclusivo per l’accesso ad una determinata facoltà. Pur essendomi diplomato al liceo Classico, infatti, mi sono iscritto a Chimica.” Ilaria: “Io invece vengo dalle Scienze umane e, coerentemente, ho intrapreso lo studio di Scienze dell’educazione. Riuscire a dare un contributo a chi in questo momento si trovi in difficoltà, così come nella scelta della facoltà, è stato tanto bello quanto utile.”

“Vi sentite di dare un consiglio sia per affrontare gli ultimi anni del liceo, sia per la scelta finale?”

Annalisa: “Non pensateci troppo, scegliete con il cuore.” Luca: “Studiate giorno per giorno, essendo la costanza l’elemento chiave per tutte le facoltà.” Giulio: “La passione e l’interesse per ciò che si sta studiando è fondamentale: non studiate solo in prospettiva del raggiungimento di un voto. In questo modo ci si facilita molto lo studio, e affrontarlo con il sorriso può solo che aiutare.” Ilaria: “Io vi consiglio di godervi tutto, divertitevi.”

di Hiranur Yalci e Clelia Pradella

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