Un'occasione per Trieste

Negli ultimi mesi, grazie ai fondi del PNRR, Trieste sta vivendo la possibilità di poter cambiare e svilupparsi attraverso la creazione della nuova cabinovia che collegherà la località carsica di Opicina al Porto Vecchio, passando per Bovedo, a Barcola. Si tratta di un’opera ambiziosa ed importante per il futuro della città, con risvolti indubbiamente positivi in termini di flussi turistici e mobilità. L’opera segnerebbe l’inizio di un nuovo capitolo per la storia del capoluogo giuliano e la fine di un’epoca segnata dai “no se pol” e “no ga senso”. Negli anni precedenti sono stati superati diversi ostacoli costituiti da obiezioni alle politiche di progresso ed espansione del Porto e alla creazione di centri di ricerca scientifica di fama internazionale. Trieste, che negli anni è ritornata ad essere una città portuale,economicamente forte e sede di importanti ricerche scientifiche, ora può aspirare a diventare la città turistica per eccellenza non solo della nostra regione, ma del triveneto, seconda solo alla Serenissima, se non addirittura capitale della Mitteleuropa. Il progetto dell’ovovia renderebbe Trieste la città simbolo della mobilità sostenibile e innovativa, coniugando l’architettura neoclassica e lo spirito mitteleuropeo ad un’opera moderna ed ecologica. Infatti, la costruzione della cabinovia si inserisce nell’ambito del progetto di valorizzazione e progettazione del Porto Vecchio, destinato a diventare polo museale e turistico, parco a bordo mare e sede di istituzioni, importanti realtà finanziarie e start up. Comunque vada, il progetto dell’ovovia dimostra un’apertura di almeno una parte della classe politica triestina nei confronti di nuove opere, infrastrutture ed iniziative atte a rinnovare seriamente la nostra città, che vadano oltre alle mostre organizzate al salone degli incanti, alle targhe ai Topolini o al tallero di Maria Teresa. È necessario agire con un’ottica universale e trasversale: l’ovovia collegherebbe il carso al mare e alla città, e i benefici saranno evidenti sia per Opicina ed il Carso, sia per la città ed in particolar modo il Porto Vecchio. Fino a quando il dibattito politico triestino si concentrerà intorno a polemiche sterili, visioni vicine alla decrescita (in)felice, “no se pol” e lamentele varie e molteplici, anziché intorno alla proposta di alternative e visioni serie e valide, le ricadute negative per la nostra città saranno evidenti.

di Lorenzo Rossi

Trieste

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