prima redazione

“Il muro trasparente”, diretto da Paolo Valerio con la coproduzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e del Teatro Stabile di Verona, arriverà nella sala Bartoli del Teatro Rossetti da venerdì 24 a domenica 26 febbraio 2023. Dopo tanti mesi di chiusura, per cui il teatro dovette addirittura annullare la stagione 2020-2021, lo spettacolo rappresenta la coproduzione dell'attesa riapertura ed è stato uno dei primi riproposti in tournée nazionale. “Il muro trasparente” è un omaggio del direttore Paolo Valerio a tutti i triestini amanti del teatro e dello sport; ed è per questo che la scena si trasforma in un vero e proprio campo da gioco. Sul palco è presente solamente Max, il protagonista, che, colpendo il muro di plexiglass che lo divide dal pubblico con la pallina da tennis, cerca di affrontare e scaricare la crisi della sua vita misurandosi tra la passione del tennis e quella amorosa. La storia d'amore di Max rapisce gli spettatori, i quali vengono contagiati da emozioni, musiche, immagini ed un monologo potente quanto il suo match tristemente solitario. Palleggi, rimbalzi e smorzate sfogano i sentimenti contrastanti ed intensi del protagonista nelle sue alterne passioni amorose. È un dialogo sportivo/sentimentale continuo e condiviso con il pubblico che, alla fine, ne diventa partecipe persino sul palcoscenico. Un “doppiomisto” da non perdere.

di Taina Cremese

FOTO

foto presa da: “Il Rossetti”

#febbraio #2023 #teatro #anticipazioni

Lo spettacolo “Il Figlio”, parte di una trilogia di Florian Zeller, è messo in scena dal regista Piero Maccarinelli. La trama segue le vicissitudini di Nicola (Giulio Pranno), un ragazzo che frequenta l’ultimo anno di liceo, e della sua famiglia, di cui fanno parte la madre Anna (Galatea Ranzi), suo padre Piero (Cesare Bocci), la compagna del padre Sofia (Marta Gastini) e il figlio appena nato dei due. Preoccupata per le assenze del figlio, che non frequenta la scuola da tre mesi, Anna decide di chiedere a Piero di parlargli, e Nicola si rivela desideroso di andare a vivere con il padre e Sofia. Piero allora decide di far cambiare scuola a Nicola e tenta di restituire al figlio la gioia di vivere. Lo spettacolo, per quanto caratterizzato da una trama molto semplice, insiste particolarmente sui rapporti tra i personaggi e sulle emozioni, e i sentimenti che esse scatenano. Maccarinelli, contemporaneamente impegnato nella realizzazione della trasposizione cinematografica del testo, tenta, dopo aver messo in scena anche “Il Padre”, sempre parte della trilogia, di rendere ancora una volta omaggio a Zeller. Lo spettacolo verrà messo in scena al Rossetti dal 13 al 14 febbraio.

di Elisabetta Sodomaco

#febbraio #2023 #teatro #anticipazioni

Molti di voi, che durante le vacanze vi recate con gli amici o la famiglia in Croazia per una gita fuori porta o per raggiungere la propria casa delle vacanze, sapranno che per passare il confine tra Italia e Croazia non serve più superare il controllo della polizia di frontiera: infatti dal 1° gennaio di quest’anno si può entrare ed uscire liberamente dal Paese... Ma perché? Facciamo un po’ di chiarezza. L’art.3 del trattato sull’Unione europea indica tra i suoi obiettivi la libera circolazione delle persone. L’area di libera circolazione è tuttavia entrata progressivamente in vigore solo a partire dal 1985, data di un accordo concluso da un gruppo di governi europei nella località lussemburghese di Schengen. L’accordo di Schengen, che ha dato impulso alla successiva “Convenzione di Schengen”, ha lo scopo di consentire ai cittadini di attraversare le frontiere interne tra i paesi, senza sottoporsi ai controlli frontalieri. Il patto di Schengen è ora sottoscritto da 26 paesi europei. Il primo gennaio 2023 la Croazia è entrata definitivamente nella zona Schengen permettendo di oltrepassare il confine senza la necessità di esibire i documenti alla frontiera, cosa che procurava spesso lunghe code con particolare disagio per noi triestini che ci rechiamo abitualmente in Istria. Tutti noi sappiamo che noia aspettare ore e ore in automobile, in file lunghe chilometri, guardando fuori dal finestrino e sognando il mare. Quindi, alla mezzanotte del 31 dicembre, la polizia di frontiera ha sollevato la sbarra per l'ultima volta, prima che venisse affisso un cartello con la scritta “free passage” (passaggio libero), a simboleggiare la fine dei controlli. «Spero che presto altri paesi raggiungano lo stesso obiettivo, a beneficio di tutta l’Ue», ha commentato Sergio Mattarella facendo i suoi auguri alla Croazia. La caduta delle frontiere interne comporterà infatti allo stesso tempo il rafforzamento delle frontiere esterne: gli stati membri che si trovano ai confini dell’area Schengen hanno infatti la responsabilità di organizzare controlli rigorosi alle frontiere verso l’esterno. Così anche la Croazia potenzierà i controlli lungo le sue frontiere orientali, ai valichi di confine con la Bosnia-Erzegovina, il Montenegro e la Serbia.

Schema Croazia

Ma quali saranno le conseguenze per l’economia croata? L’ingresso in Schengen favorirà i flussi turistici e si apriranno opportunità per nuovi investimenti: la stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: «La Croazia porta a compimento la sua piena integrazione europea. Può essere fiera di essere entrata nell’eurozona e nell’area Schengen perché riuscirà ad attrarre più investimenti, si creeranno nuovi posti di lavoro, crescerà l’economia e potrebbe anche diventare un hub energetico per fonti rinnovabili». Ma questa è solo una parte delle grandi novità che la Croazia ci riserva, in quanto il primo gennaio 2023 la Croazia ha adottato la moneta europea abbandonando le vecchie kune. Questo, come affermano gli esperti, contribuirà a proteggere l'economia croata, in un momento in cui l'inflazione è altissima in tutto il mondo a causa dell'invasione russa dell'Ucraina, che ha fatto salire alle stelle i prezzi di gas e carburante, ormai da mesi. Ma chi ha ancora delle kune a casa, come può fare? Come ha comunicato la Banca d’Italia, fino al 28 febbraio sarà possibile cambiare gratuitamente “al valore di parità” le kune in euro, per un importo massimo di 8.000 kune, che corrisponde a mille euro, anche a Trieste oltre che a Roma, Milano, Ancona e Venezia.

Le vecchie banconote avranno una nuova vita: a causa dell’impatto sull’ambiente causato dai coloranti e dagli elementi di sicurezza, le banconote non saranno più bruciate, ma verranno tagliate in piccolissimi pezzi per essere usati come isolanti nei materiali edili. Anche questa sensibilità dimostrata verso l’ambiente proietta la Croazia verso il futuro.

di Agata Vecchiet

#febbraio #2023 #attualità

Negli ultimi mesi, grazie ai fondi del PNRR, Trieste sta vivendo la possibilità di poter cambiare e svilupparsi attraverso la creazione della nuova cabinovia che collegherà la località carsica di Opicina al Porto Vecchio, passando per Bovedo, a Barcola. Si tratta di un’opera ambiziosa ed importante per il futuro della città, con risvolti indubbiamente positivi in termini di flussi turistici e mobilità. L’opera segnerebbe l’inizio di un nuovo capitolo per la storia del capoluogo giuliano e la fine di un’epoca segnata dai “no se pol” e “no ga senso”. Negli anni precedenti sono stati superati diversi ostacoli costituiti da obiezioni alle politiche di progresso ed espansione del Porto e alla creazione di centri di ricerca scientifica di fama internazionale. Trieste, che negli anni è ritornata ad essere una città portuale,economicamente forte e sede di importanti ricerche scientifiche, ora può aspirare a diventare la città turistica per eccellenza non solo della nostra regione, ma del triveneto, seconda solo alla Serenissima, se non addirittura capitale della Mitteleuropa. Il progetto dell’ovovia renderebbe Trieste la città simbolo della mobilità sostenibile e innovativa, coniugando l’architettura neoclassica e lo spirito mitteleuropeo ad un’opera moderna ed ecologica. Infatti, la costruzione della cabinovia si inserisce nell’ambito del progetto di valorizzazione e progettazione del Porto Vecchio, destinato a diventare polo museale e turistico, parco a bordo mare e sede di istituzioni, importanti realtà finanziarie e start up. Comunque vada, il progetto dell’ovovia dimostra un’apertura di almeno una parte della classe politica triestina nei confronti di nuove opere, infrastrutture ed iniziative atte a rinnovare seriamente la nostra città, che vadano oltre alle mostre organizzate al salone degli incanti, alle targhe ai Topolini o al tallero di Maria Teresa. È necessario agire con un’ottica universale e trasversale: l’ovovia collegherebbe il carso al mare e alla città, e i benefici saranno evidenti sia per Opicina ed il Carso, sia per la città ed in particolar modo il Porto Vecchio. Fino a quando il dibattito politico triestino si concentrerà intorno a polemiche sterili, visioni vicine alla decrescita (in)felice, “no se pol” e lamentele varie e molteplici, anziché intorno alla proposta di alternative e visioni serie e valide, le ricadute negative per la nostra città saranno evidenti.

di Lorenzo Rossi

Trieste

#febbraio #2023 #attualità

Qualsiasi triestino, negli ultimi mesi, ha sentito parlare della controversa costruzione della cabinovia che dovrebbe collegare Campo Romano, in Carso, al Molo IV passando per Barcola e per il Porto Vecchio. Si tratta di una delle opere triestine più ambiziose degli ultimi anni e la sua realizzazione verrà permessa dai fondi del PNRR; il sindaco Roberto Dipiazza è il principale sostenitore del progetto e la scadenza per la presentazione delle proposte per la gara dell'appalto di oltre 52 milioni di euro è stata fissata per il 6 febbraio. Il tempo, dunque, è poco e non servono troppi espedienti retorici o giri di parole per affermare quanto i triestini debbano sperare nell'interruzione di questo progetto: basta solo un istante di ragionamento, dati alla mano, per comprendere quanto un'opera simile sia inutile e velleitaria. Per prima cosa, una simile costruzione sarebbe completamente in balìa della Bora: il vento rimarrà sempre un'incognita troppo grande e impattante su una costruzione di questo genere, qualunque sia la quantità di calcoli e misurazioni. In secondo luogo, si presenta la questione economica: anche semplicemente per raggiungere il pareggio di bilancio, sarebbero necessari più di ventimila passeggeri al giorno. Inutile dire che una simile domanda non c'è, né da parte dei cittadini né dal settore turistico: Trieste non è una città turistica e i triestini non hanno bisogno di un'opera così inutilmente ambiziosa. Inoltre, i sostenitori dell'ovovia ritengono che l'opera possa dare una svolta green e sostenibile ai trasporti cittadini, ma ovviamente passa quasi in secondo piano il fatto che deturperebbe il paesaggio e che causerebbe l'abbattimento di 1142 alberi. Meno male che si tratta di un'opera sostenibile. Queste sono solo alcune delle cause che renderebbero la cabinovia un triste atto di ὕβρις, troppo ingenuo e troppo frettoloso, deciso dall'euforia dell'arrivo del PNRR e fiducioso in passeggeri che non ci sono: la città non può permettersi eccessi.

di Dario Mencastabi

#febbraio #2023 #attualità

18app

Il bonus cultura 18app è un bonus di 500 euro che dal 2016 è stato dispensato a tutti i neo diciottenni senza distinzione. Dal 2016 ad oggi oltre due milioni di giovani hanno usufruito dei 500 euro per acquistare per lo più libri, ma anche musica, biglietti del cinema e di teatro. Secondo i dati Istat (articolo “Tempo libero e partecipazione culturale: tra vecchie e nuove pratiche”), il bonus cultura potrebbe aver marginalmente rimediato ad una decrescita dei lettori tra i 18 e 24 anni e, in particolare, tra i giovani di 18-19 anni che registrano una crescita del 7,7% (dal 48,2% nel 2016 al 55,9% nel 2019) di coloro che hanno letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti all’intervista. Inoltre altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania hanno introdotto o considerano di introdurre bonus seguendo l’esempio italiano. Nella nuova legge di bilancio, invece, vengono modificati i criteri necessari per ottenere questo bonus: se prima era sufficiente registrarsi alla 18app una volta compiuti 18 anni tramite lo Spid o tramite la carta d’identità elettronica, dal 2024 solo chi possederà un Isee inferiore a 35.000 euro o supererà la maturità con il 100 ne avrà il diritto. I due requisiti saranno cumulabili, quindi un giovane che rientrerà in entrambi avrà diritto a 1.000 euro. Nel 2023 i requisiti di distribuzione del bonus ai ragazzi del 2004 rimangono invariati rispetto agli anni precedenti. Tale decisione è stata presa per premiare coloro che ottengono il voto massimo alla matura, per diminuire i fondi destinati al bonus (da 230 milioni a 190) e per evitare che i redditi più alti possano approfittare del bonus, sebbene sia probabile che a soffrire tale modifica saranno anche i redditi più bassi. Infatti, se nel quinquennio 2016-2021 a beneficiare del bonus sono stati il 70% degli aventi diritto (dati Istat), questa percentuale, dopo l’aggiunta di tali requisiti, potrebbe scendere a causa dell’aggiunta di passaggi burocratici che complicano la riscossione del bonus, in particolare la richiesta dell’Isee. Quest'ultimo è un indicatore numerico ottenuto seguendo un complesso calcolo che tiene conto delle proprietà, del nucleo familiare, dei redditi e altre informazioni. Per richiedere l’Isee bisogna compilare una DSU, una Dichiarazione Unica Sostitutiva fornita dall'Inps, con dei dati autodichiarati, che poi vengono confrontati dall’Agenzia delle Entrate e infine completati con ulteriori dati autodichiarati. Essendo inoltre l’Isee un dato che solo alcune famiglie calcolano, non è possibile determinare quanti giovani italiani perderanno il diritto al bonus dal 2024, in quanto nel 2021, su 16,5 milioni di nuclei familiari, solo 8,5 milioni hanno fatto richiesta e, tra questi 8,5 milioni, l’Isee medio risulta essere di 12.880. Nel 2020, inoltre, il rapporto Isee riporta come l’80% della popolazione Isee non sia superiore a 20.000. Indubbiamente il numero di nuclei familiari che faranno richiesta dell’Isee per ottenere bonus governativi lieviterà negli anni a seguire in modo importante, come già è iniziato a succedere dal 2019 – segno dei disagi nati in questo biennio di crisi, pandemia e guerra – e pertanto si ritiene che le famiglie che necessiteranno maggiormente di questo bonus lo otterranno. Si consideri però che, nonostante in questi cinque anni sia stato sufficiente creare uno Spid per ottenere i 500 euro, solo il 70% dei possibili beneficiari ne hanno fatto uso, e, aggiungendo un iter burocratico piuttosto complesso come requisito iniziale, si nasconderà ancora di più la possibilità di ottenere il bonus anche a chi ne potrebbe avere bisogno, specialmente tra i nuclei familiari meno istruiti che hanno meno opportunità di venirne a conoscenza. Questa manovra dunque potrebbe solo scoraggiare i neo adulti della nostra generazione ad entrare in contatto negli ambiti culturali in quanto rimuove lo stimolo dei 500 euro. Sicuramente però un bonus monetario non è l’unico mezzo con cui si possono incoraggiare i giovani ad avvicinarsi alla cultura, si potrebbe anzi finanziare musei, cinema, librerie e mostre affinché siano interamente gratuite ai giovani, similmente a come accade in molti musei francesi dove gli under 26 cittadini dell’Unione Europea non pagano alcuna tariffa d’ingresso. Pertanto, questo taglio ai fondi destinati ai giovani risulterebbe, in assenza di nuovi investimenti in ambiti culturali, semplicemente un pretesto per risparmiare nella nuova manovra di bilancio del governo.

di Vasco Rizzotti-Vlach

#febbraio #2023 #attualità