prima redazione

Che fine hanno fatto gli aiuti all’Ucraina?

Nel nostro liceo, per tre martedì dei mesi di ottobre e novembre, gli studenti, le famiglie e gli insegnanti sono stati invitati a portare a scuola dei beni di prima necessità per le vittime della guerra in Ucraina. La voce si è sparsa e la raccolta è stata molto proficua: sono serviti diversi carrelli della spesa per contenere tutto ciò che studenti e insegnanti hanno portato nella sede di via Giustiniano, centro della raccolta. La proposta è stata fatta per dare l’opportunità a chi lo volesse di fare beneficenza sicura. Succede spesso che la buona volontà delle persone sia ostacolata da una giusta diffidenza: dove andrà a finire ciò che vorrei donare? In questo caso, invece, la spesa è stata portata in Ucraina durante le feste di Natale da diversi volontari triestini. La spedizione ha portato vari beni – tra cui i generatori elettrici ora indispensabili – in alcune tra le zone più colpite dalla guerra e in un orfanotrofio a sud del Paese: chi ha partecipato alla raccolta può stare sicuro, il suo gesto non è stato vano.

Appuntamenti pomeridiani: eredità classica del cristianesimo

Tra febbraio e marzo saranno tenuti presso l’Aula magna di via Giustiniano tre incontri pomeridiani, a cura del prof. De Vecchi, che avranno inizio alle ore 17:30. Di seguito sono riportate le date per i singoli eventi: Cos’è il Carnevale? – 16 febbraio, un incontro che vuole spiegare le radici profonde di questo rito, poi trasformato dal cristianesimo in una festa che si incrocia anche con la storia del teatro; Templi pagani e chiese cristiane – 2 marzo, si affronta un altro modo in cui l’antichità cristiana ha progressivamente preso il posto di quella pagana; Socrate, Platone e Gesù – 9 marzo, per capire come è stato possibile l’intreccio tra il pensiero filosofico greco e una fede orientale monoteista, che si è poi evoluta a sua volta in una teologia. Ma sarebbe ugualmente accaduto senza le radici filosofiche greche? L’ingresso degli incontri è libero.

Concorso di poesia

È stato indetto un concorso letterario di poesia, aperto alla partecipazione di tutti gli studenti della scuola, sul tema della guerra e della pace. Nessun vincolo sulla forma metrica scelta per chi vorrà cimentarsi nella composizione di versi ispirati alla citazione qui sopra riportata. Attenti però alle scadenze: inviare gli scritti in formato pdf e rigorosamente anonimi entro e non oltre venerdì 10 febbraio 2023 all'indirizzo e-mail fredericailserosanna.daniele@licocarduccindante.net. Anonimo il pdf, ma non dimenticatevi di indicare, nel testo dell’e-mail, i vostri dati quali: nome, cognome, classe e sezione. Oltre ai premi destinati ai primi tre classificati, un passaggio in più è riservato al componimento ritenuto più meritevole inviato da candidati delle sole sezioni A CL e B CL: quest'ultimo verrà inviato alla Giuria di un concorso indetto dall'organizzazione della Notte Nazionale del Liceo Classico – iniziativa a cui il nostro Liceo partecipa anche quest'anno (notizie a seguire) – e concorrerà a un premio nazionale assieme a studenti di licei classici di tutte le Regioni.

Assemblea d’istituto del mese di febbraio

Comunichiamo a tutti gli studenti del Liceo Carducci – Dante che l’assemblea d’istituto del mese di febbraio avrà luogo, salvo imprevisti, mercoledì 16 febbraio alle ore 10:30 presso l’Aula magna di via Giustiniano con i seguenti ordini del giorno: 1. Intervento della ginecologa Stincardini sull’educazione sessuale; 2. Intervento sull’uso consapevole di internet in occasione del Safer Internet Day. Tutti gli studenti sono invitati a partecipare.

a cura di Simone Sorgiovanni

#febbraio #edizione2023 #comunicazioni

Da poco è disponibile nelle librerie italiane la cosiddetta ‘trilogia di Copenaghen’, la cui prima pubblicazione risale al 1967, in Danimarca.

Il romanzo a cui mi sono dedicata, Infanzia, è l’autobiografia del primo periodo di vita dell’autrice, Tove Ditlevsen, una dei più memorabili esponenti della letteratura contemporanea danese. Figlia di un padre operaio e di una madre dal carattere poco temperato, Tove cresce, dopo la Grande Guerra, in un ambiente che non soddisfa le sue necessità; il suo amore per la poesia viene compromesso dal pregiudizio per il quale la donna non può essere una scrittrice, mentre la sua natura singolare la fa sentire fuori posto fra le bimbe del quartiere, propense ad arrendersi ad una vita comune. Il suo è un personaggio sensibile; ciò che appare insignificante, come, spesso menzionata nel romanzo, la musica da chiesa, per lei è fonte di pianto, dovuto a un forte sentimento di gioia. Per tale motivo, però, Tove sarà etichettata continuamente come ‘stupida’ dalla sua stessa famiglia, oltre che dalle compagne di scuola. Quindi qual è la risposta alla felicità, per una bambina cresciuta in una società non conforme alla sua persona? A questa domanda, credo che l’autrice risponda che bisogna affidarsi al tempo: sperare che il dolore si attenui in età adulta. Questa è un’idea che ritengo essere illusoria, costruita in maniera tale da farci credere sia una realtà ordinaria. Nonostante il contenuto, personalmente lacerante, la scrittura ha la capacità di trasmettere eleganza e riservatezza, ma, soprattutto, le sue parole, nel giro di sole centoventitré pagine, paiono pioviggine su folti capelli: piacevole e non ponderosa.

Questo libro sarà presto considerato di grande importanza, più di quanto in realtà già non lo sia adesso, proprio in quanto io lo ritengo un libro che, come citò un volta Alessandro D’Avenia in un articolo del Corriere Della Sera, riguardo all'importanza dei classici, batterà la sfida del tempo. Consiglio caldamente la lettura e sono sicura che dopo il primo volume arderete, proprio come me, dal desiderio di iniziare il capitolo successivo, Gioventù.

di Hiranur Yalci

#febbraio #edizione2023 #lettura #recensioni

“Aspettando Godot” è la celebre opera teatrale del 1952 di Samuel Beckett, legata al teatro dell'assurdo. Lo spettacolo è andato in scena da giovedì 12 a domenica 15 gennaio 2023 a “La Contrada” con la regia di Massimo Andrei e la collaborazione di Lello Arena. La rappresentazione di “Aspettando Godot” avrebbe dovuto affrontare più tematiche profonde: il degrado e il tentato suicidio dei due protagonisti, i quali si vogliono impiccare perchè “non c'è più nulla da fare” e aspettano invano Godot, che dovrebbe essere la loro unica salvezza. Nella messa in scena tenutasi a “La Contrada” il regista, però, ha fatto parecchie scelte alquanto discutibili: l'aggiunta di due giovani comparse, la segreteria telefonica, e la radio bluetooth, il tutto privo di fondamenta. In aggiunta, ci sarebbe dovuto essere del “black humor” che, in realtà, viene trasformato in battute superficiali, come si usa dire, “buttate lì a caso”. Non si può dire che l'impianto sia stato un totale fallimento, si può solo constatare che il dramma si sia quasi trasformato in una commedia in cui, a mio parere, il vero significato del testo è passato in secondo piano o, certe volte, è stato sminuito dalle continue e ripetute battute sarcastiche. Scelta registica o no, alla fine, il messaggio della vera opera di Beckett, proprio come Godot, non è proprio arrivato…

di Taina Cremese

#febbraio #edizione2023 #teatro #recensioni

Il Capodanno Cinese o Festa di Primavera è indubbiamente la festività asiatica più amata e celebrata del mondo. Improvvisamente le case, i negozi, le strade di tutto l'Estremo Oriente si impreziosiscono di striscioni rossi e lanterne di carta mentre famiglie intere colgono l'occasione per riunirsi e assieme celebrare il Nuovo Anno. La durata dei festeggiamenti è di due settimane, la Festa delle Lanterne 元宵节 Yuánxiāo jié chiude infatti questo periodo di festa. Le dimensioni della festa sono tali che in queste due settimane si verifica quello che è noto come 春运 chūnyún ovvero Migrazione di Primavera, il più grande spostamento di persone al mondo. Riuniti ai propri cari, arriva il momento della grande cena della vigilia, il 年 夜饭 Niányèfàn: i piatti protagonisti sono il pesce 鱼 yú per la sua assonanza con 余 yú che vuol dire abbondanza, i ravioli, come segno di fortuna per la loro caratteristica forma simile a dei lingotti d'oro, e i 汤圆 tāngyuán, dolci di riso glutinoso con ripieni di vario tipo. Si guarda inoltre il Gran Galà di CCTV, la TV nazionale, e ci si scambia gli auguri e i doni. Tra questi vi sono le famose 红包 hóngbāo, buste rosse di buon auspicio contenenti denaro, la cui somma varia in base al rapporto che si ha con chi le riceve. Ancora più particolari sono le buste rosse virtuali, molto popolari tra i giovani, che non esitano a scambiarsele con amici e parenti su WeChat, l'applicazione di messaggistica (e molto altro!) più usata in Cina. La maggior parte delle usanze caratteristiche di questa festività vengono attribuite alla leggenda, secondo la quale un mostro di nome 年 Nián, che in cinese significa “anno”, scendesse ogni anno in un villaggio per divorarne gli abitanti. Si racconta che un giorno questi, all'arrivo di un viaggiatore, decisero di aiutarlo dandogli riparo e provviste, e che egli in cambio rivelò loro come sconfiggere il mostro. Con il suo consiglio scesero nel villaggio la notte del Capodanno e decorarono tutto di rosso e oro per spaventare Nián. Nián, frastornato dai petardi e dai fuochi d'artificio che scagliarono contro di lui gli abitanti, prese paura e decise di non tornare più. I paesani allora per festeggiare decisero ogni anno di vestirsi e adornare le proprie abitazioni di rosso e oro, di organizzare spettacoli pirotecnici e divertirsi con i botti per ricordare quell'evento, oltre che per dare il benvenuto ad una nuova primavera. Oggi il 春节 Chūnjié si celebra anche in Corea, Giappone, Taiwan e nel Sud-Est asiatico, oltre che nelle comunità cinesi d'oltremare come New York, Sidney, Londra, Parigi e in Italia a Milano, Roma, Prato...e anche a Trieste nella nostra scuola! Il 28 Gennaio nell'Aula Magna e nella palestra della sede di Via Giustiniano si è infatti celebrato l'inizio del Nuovo Anno lunare, evento organizzato in collaborazione con l'Associazione culturale Nuove Vie della Seta. Si è trattato di un pomeriggio dedicato interamente alla cultura del Paese del Dragone, con interventi sia di stampo educativo, che ricreativo come il karaoke e i vari laboratori. Alle 15:00 in seguito al countdown e ad un breve momento di accoglienza si è passati alla cerimonia del tè. La giornata è proseguita con il karaoke interamente in lingua cinese gestito dagli studenti e si è conclusa con l'allestimento di cinque laboratori tematici con la rispettiva presentazione: calligrafia, intaglio della carta, realizzazione di lanterne, gara di fagioli e preparazione di ravioli. Infine le celebrazioni si sono concluse con la consegna dei premi delle varie competizioni, incluso il contest di disegno.

Capodanno

Si ringrazia espressamente tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell' evento, professori e alunni compresi, ma anche tutti coloro che hanno partecipato alle varie attività. Per concludere auguriamo ancora una volta a tutti un felice e prospero anno del Coniglio, e non scordate: 金兔送福 Jīntù sòng fú, Il coniglio dorato dona fortuna.

di Emily Veznaver

#febbraio #2023 #attualità

“Gli spiriti dell’isola” debutterà nelle sale italiane il 02 febbraio 2022. È stato proiettato per la prima volta nella settantanovesima edizione del festival di Venezia. È una pellicola di genere comico diretta da Martin McDonagh e che nel cast vede anche la presenza di Colin Farrell. Nella notte del 11 gennaio 2023 il film è stato insignito di tre Golden Globe: miglior film commedia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura. Il film è ambientato in un'isola remota al largo della costa Irlandese nel 1923, al termine della Guerra civile. La lunga amicizia tra il violinista Colm e il povero mandriano Pádraic s'interrompe da un giorno all’altro apparentemente senza un valido motivo. Pádraic non riesce ad accettare la cosa e cerca in tutti i modi di capire il perchè di questa brusca decisione da parte dell´amico. Colm ribatte all'amico con una certa riluttanza che non ha intenzione di sprecare il suo tempo con una persona così noiosa e che intende dedicare gli anni che gli restano componendo melodie folk per violino. Pádraic non si dà per vinto e continua ad infastidire Colm, il quale minaccia di tagliarsi un dito della mano ogni volta che Pádraic gli rivolgerà la parola. Toccherà a voi guardare il film e vedere se i due “amici” riusciranno a riappacificarsi.

di Alessandra Iero

#febbraio #edizione2023 #cinema #anticipazioni

Italo Svevo Seconda edizione 1927 Dall’Oglio editore Pagine: 278

Questo mese, in occasione del 2 febbraio, data di nascita di James Joyce, si propone come consiglio di lettura legata al nostro territorio un romanzo di Italo Svevo, suo caro amico triestino. L’amicizia tra questi due intellettuali figli dell’inconscio freudiano fu essenziale allo sviluppo della letteratura decadentista, soprattutto nell’espediente dello stream of consciousness, centrale anche nell’opera presa in esame oggi: Senilità. Invero, nella stessa prefazione della seconda edizione di questo romanzo, l’autore ringrazia per primo proprio il suo assiduo compagno di passeggiate Joyce. Ambientata alle porte del Novecento nella Trieste mitteleuropea, la vicenda viene seguita dal lettore attraverso gli occhi dell’inetto Emilio Brentani, uno scrittore e intellettuale fallito. Lavorando come impiegato riesce a permettersi un appartamento nel quale vive assieme alla sorella Amalia, altrettanto misera. Nella loro mitezza d’animo vivono nella noia, tranne alle visite dell’affascinante e al contempo megalomane Stefano Balli, artista e amico stretto di Emilio. Questa relativa pace esistenziale del Brentani verrà bruscamente interrotta dalla conoscenza della splendida e frivola Angiolina Zarri. In seguito, in un quadrilatero perfetto di interazioni, le storie si protrarranno lungo tutto il romanzo tra colpi di scena, autoironia e iperbolica drammaticità. Tutto il romanzo è una costante metafora filosofica legata alla legge schopenhaueriana dei lottatori e dei contemplatori: una costante lotta tra immorali narcisisti e malinconici sognatori. Potrebbe facilmente rammentare quelle Affinità elettive di Goethe, ma in una chiave nettamente più estetica. Inoltre, dal punto di vista psicologico, nei soliloqui interiori delle passeggiate di Emilio potrebbe riecheggiare la stessa angoscia eccentrica delle Notti Bianche dostoevskijane. Anzidetto, si consiglia questo romanzo a tutti coloro che, passeggiando per Trieste, si siano dispersi almeno per una volta in una meticolosa analisi di se stessi, nell’impossibilità di vincere il presente.

di Marilia Mazzurco

#febbraio #edizione2023 #letture #recensioni

Qualche mese fa ormai, il 24 novembre, alcuni dei nostri compagni hanno partecipato al campionato studentesco di Cross, ovvero di corsa campestre. La nostra scuola è stata rappresentata da tre squadre, due della categoria allievi e una juniores maschile. In quanto alle squadre degli allievi, quella femminile, costituita da Virginia Pellegrini, la quinta classificata assoluta, Sara Martone, Beatrice Rossi, Sara Sciortino e Lucrezia Morri, si è classificata terza ottenendo così il passaggio alla fase regionale che si terrà il 2 febbraio presso il Parco Cormor di Udine. La squadra maschile, formata da Leo Domenis, il primo classificato del Carducci-Dante e sesto assoluto, Alessio Silvestri, secondo qualificato per il Carducci-Dante, Gabriele Facchettin, Michele Franchi e Giovanni Marrone, invece, si è qualificata al quarto posto. La squadra juniores maschile è stata composta da Julio Valerio De Tommaso, Filippo Porfiri e Gabriele Puzzer e si è classificata sesta.

Oltre a ciò, ricordiamo il successo che hanno ottenuto Augusto Luchi e Anna Rizzotti-Vlach, due studenti della nostra scuola. Il giorno 8 dicembre hanno vinto una gara di ballo di coppia partecipando a due categorie di danza latino americana, più precisamente di cha cha cha e rumba, in cui si sono classificati rispettivamente primi e terzi. Tra l’altro bisogna dire che Augusto ha cominciato questa disciplina poco più di un anno fa attraverso un’attività proposta dalla scuola nel novembre del 2021 presso la Società Ginnastica Triestina.

di Camilla Vido

Alla competizione di danza

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Giunto alla 34a edizione, il Trieste Film Festival, nella settimana dal 21 al 28 gennaio, ha portato nuovamente un vasto e variegato pubblico nei cinema e teatri locali per vivere una forte esperienza culturale dopo la sospensione causata dalla pandemia. Il Festival ha esibito differenti proposte cinematografiche come cortometraggi, lungometraggi, documentari e film in anteprima, ricevendo recensioni positive sia da parte dei cinefili, sia da parte della gente comune curiosa di provare l’esperienza, sia da parte della critica di settore.

Alla redazione del giornalino, grazie alla cortesia degli organizzatori dell’evento, sono stati concessi dei free pass per poter accedere liberamente, perciò abbiamo potuto assistere ad alcuni dei film in concorso. Raccomandiamo “il Boemo”, del regista Petr Václav in una coproduzione Italo-Ceca, che racconta la vita di Josef Mysliveček, un compositore alla ricerca del successo nei teatri italiani del ‘700. La storia suggestiva e l’abile coesione tra la parte visiva e la colonna sonora sono di profondo impatto. Una menzione speciale la riserviamo al documentario Serbo “Not Aligned”, dell’autrice Mila Turajlić, che racconta le sorti dell’Alleanza dei Paesi non allineati né con il blocco sovietico né occidentale attraverso le fotografie e le riprese del cineoperatore personale di Josep Tito. Riteniamo estremamente positiva l’esperienza e consideriamo un vanto per Trieste il poter ospitare tali opere di rilevanza culturale e internazionale spesso sottovalutate e sconosciute ai più.

Di Massimiliano Peschiani e Pietro Camuffo

#febbraio #edizione2023 #cinema #recensioni #eventi

Come ben sappiamo, mercoledì 14 dicembre, dell’anno giunto al termine, vi è stata l’ultima assemblea del 2022, il cui programma si è basato sull’orientamento universitario (tema di primaria importanza per gli studenti del triennio, in particolar modo quelli che stanno frequentando l’ultimo anno del nostro liceo).

Lo stress che provoca una decisione di tale calibro, sommata all’ansia per l’esame di stato, portano uno studente medio a rischiare di fare scelte sbagliate per via di una mente confusa. È importante, se non fondamentale, riuscire a schiarire le proprie idee attraverso la risposta ai giusti quesiti: questo corso aderisce ai miei piaceri? Riuscirei a sopportare la mole di studio? È questo ciò a cui voglio dedicarmi alla fine del mio percorso universitario? Attraverso l’intervento della dottoressa Crebelli, esperta in orientamento studentesco e co-founder dell’iniziativa ‘Svolta’, sito in cui è possibile rivolgersi a un team di professionisti, esperti nella decisione delle scelte di vita future (legate sia all’ambito del lavoro che a quello degli studi), è stato possibile allentare i propri dubbi in merito a questo ampio tema. Partendo con la consapevolezza che ormai le facoltà accessibili sono davvero numerose, è difficile sapere con certezza ciò che potrebbe appassionarci per tre, o talvolta, cinque anni.

La scelta va dunque fatta seguendo, innanzitutto, i criteri del proprio piacere; selezionare le materie che più ci hanno interessato durante il nostro iter scolastico, ma anche essere realisti e concepire quanto impegno ci impieghiamo, e se questo è chiaramente ricambiato con delle buone valutazioni. Ciò non significa che se la nostra media in una disciplina è alta e quella nella nostra materia preferita è medio-bassa, allora dobbiamo sentirci costretti a scegliere ciò in cui spicchiamo (secondo le valutazioni scolastiche). Il concetto va inteso nella chiave per la quale, se una materia ci piace, dobbiamo impegnarci ancora di più e, se vogliamo dedicarci tempo e costanza, questa va presa sul serio. Dopodiché, se decidiamo di proseguire gli studi in una specifica facoltà, servirebbe informarsi riguardo al settore in cui è possibile ambientarsi una volta finita questa; essere, di conseguenza, lungimiranti. D’altronde, va sì considerata l’affermazione “chi fa il lavoro dei suoi sogni, si sveglia sempre di buon umore”, ma d’altra parte, prendendola con le pinze, viviamo in un mondo dove fare ciò che piace non porta sempre il pane a tavola. È necessario, allora, allineare le proprie passioni alla ragionevolezza. Informarsi esaustivamente sull’argomento del lavoro, a cui è possibile accedere mediante una specifica laurea, è la soluzione al dubbio sopraccitato.

L’assemblea ha previsto anche un confronto con gli ex studenti del nostro istituto, che hanno offerto il loro tempo per testimoniare la loro esperienza e dare i dovuti consigli. Gli universitari si sono mostrati entusiasti di presentarsi al comitato studentesco e aiutare nella fatidica scelta, attorno al quale si è girato l’intero svolgimento dell’assemblea.

Dimostrare di avere più affinità con chi ascolta, ossia colui che deve ancora prendere posto nell’ambito universitario, si dimostra essere molto più importante di quanto si possa immaginare. Per quanto gli insegnanti possano essere disponibili nell’aiutare i propri alunni, i neo adulti hanno un briciolo di pensiero più accomunante ai giovani di quanto possano avere coloro che questa fase l’hanno già superata ormai da tempo.

Assemblea con gli ex studenti

Ma vediamo meglio cosa abbiamo avuto la possibilità di sapere, attraverso le domande poste durante le interviste agli ex studenti.

I nostri ospiti sono: Daniele Virginio e Tommaso Zorzin, provenienti dall’Economico sociale; Simone Aretich, Filippo Zivoli e Maria Chiara Brenna, dal liceo Classico.

“Da un punto di vista soggettivo, come vi siete trovati in questa scuola?”

Maria Chiara: “La cosa bella del Dante è che sia una scuola piccola. Ora il Carducci-Dante è diventato molto più spazioso, io non ho vissuto l’esperienza dell’istituto complessivo. I miei ricordi più belli, quindi, sono legati alla dimensione familiare della scuola”

“È un’esperienza diversa da quella che potevano aver avuto gli altri ragazzi, essendo stata solo con il Dante, separata dal Carducci?”

Daniele, Tommaso e Filippo: “Pensiamo che, malgrado le differenze fra le due scuole, quest’ultime rappresentino un’unica realtà.”

“Il liceo finisce e dovete scegliere l’Università. Secondo quale criterio l’avete scelta?”

Simone: “Diciamo che ho dovuto valutare le possibilità di lavoro successive e le passioni. Io son stato fortunato sotto questo punto di vista, perché la fisica, che è la mia passione, offre molti sbocchi lavorativi, perciò ho avuto la scelta facile.”

“Quanto ha influito l’indirizzo che hai frequentato sulla tua scelta successiva?”

Simone: “Ad avermi trasmesso la passione per la fisica è stato il mio singolo professore, più che l’indirizzo Classico in sé per sé.” Daniele: “Penso che l’Istituto mi abbia reso tranquillo sulla mia scelta: avendo fatto l’economico sociale, ho provato un po’ di tutto, perciò uscendo da qua sapevo un po’ cosa mi piacesse e cosa, invece, no.” Tommaso: “Prima di iscrivermi alla mia attuale facoltà di Scienze Naturali, ne avevo frequentate altre due. Durante gli anni del liceo Scienze come materia è stata trattata in maniera molto marginale e poco approfondita, per questo è possibile che io non mi sia reso conto fin da subito che mi piacesse.”

“Quali sono state le differenze fra il tuo metodo di studio liceale e universitario?”

Simone: “Non ho riscontrato una netta differenza tanto a livello di metodo di studio, ma quanto più di stato d’animo. Ora, all’Università, sono molto più tranquillo.”

“L’offerta lavorativa ha influito sulla vostra scelta?”

Tutti: “Sì” Maria Chiara: “Relativamente, penso avrei scelto Medicina anche se trovare lavoro attraverso quest’ultima fosse difficile”

“Come vi è sembrata quest’assemblea? Vi è piaciuto tornare a scuola?”

Annalisa: “Tornare a scuola è stata un’emozione molto forte, così come rivedere l’assemblea di nuovo in presenza dopo diversi anni in cui è stata a distanza.” Luca, Giulio e Ilaria: “Tornare a scuola è stato davvero bello, e anche rivedere alcuni professori che non ci si aspettava di incontrare. Ci è piaciuto, inoltre, vedere come le persone in assemblea partecipassero attivamente con domande, cosa non scontata.”

“Credete di essere riusciti ad aiutare gli studenti a sistemare un po’ le loro idee? Vi ricordate quando dovevate scegliere voi?”

Annalisa: “Io ho fatto il liceo Classico e ora studio Lettere antiche, per cui un percorso abbastanza continuato, ma fino all’ultimo sono stata indecisa con materie anche molto diverse, scientifiche. Penso che parlare con un coetaneo sarebbe stato d’aiuto, per cui sono felice di aver potuto dare quest’opportunità a qualcuno.” Luca: “Vengo dal liceo Classico e ora studio Giurisprudenza. Oggi penso di aver scardinato alcuni stereotipi riguardo la mia facoltà, ad esempio lo studio mnemonico delle norme.” Giulio: “Per quanto mi riguarda, spero di aver trasmesso l’idea che provenire da un indirizzo piuttosto che da un altro, non sia preclusivo per l’accesso ad una determinata facoltà. Pur essendomi diplomato al liceo Classico, infatti, mi sono iscritto a Chimica.” Ilaria: “Io invece vengo dalle Scienze umane e, coerentemente, ho intrapreso lo studio di Scienze dell’educazione. Riuscire a dare un contributo a chi in questo momento si trovi in difficoltà, così come nella scelta della facoltà, è stato tanto bello quanto utile.”

“Vi sentite di dare un consiglio sia per affrontare gli ultimi anni del liceo, sia per la scelta finale?”

Annalisa: “Non pensateci troppo, scegliete con il cuore.” Luca: “Studiate giorno per giorno, essendo la costanza l’elemento chiave per tutte le facoltà.” Giulio: “La passione e l’interesse per ciò che si sta studiando è fondamentale: non studiate solo in prospettiva del raggiungimento di un voto. In questo modo ci si facilita molto lo studio, e affrontarlo con il sorriso può solo che aiutare.” Ilaria: “Io vi consiglio di godervi tutto, divertitevi.”

di Hiranur Yalci e Clelia Pradella

#febbraio #edizione2023 #exstudenti #orientamentoscolastico

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